È la scienza a spiegarci cosa accade nel nostro cervello quando si è affetti da dipendenza e perché proprio quest’ultima può provocare effetti simili a quelli delle patologie neuropsichiatriche e neurodegenerative. Se ne parla a Cassino nel corso del primo NADA Symposium “Neuromed Against Drug Abuse”. Promosso dall’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli e dalla Casa di Cura Villa Serena di Cassino, in collaborazione con il Consiglio Regionale del Lazio e il Comune di Cassino, l’incontro rappresenta un momento di confronto sulle dipendenze intese in senso ampio.
L’obiettivo è duplice: da un lato la necessità di coinvolgere le nuove generazioni sui rischi da dipendenza, spesso subdoli e sfumati in tutte le loro varie forme, dall’altro l’importanza dell’approfondimento di specifici meccanismi molecolari che conducono ad alterazioni del comportamento. L’abuso di sostanze rappresenta infatti una patologia importante, in particolare nella pratica neurologica psichiatrica e nella neuropsichiatria dell’età evolutiva.
Ma l’evento di Cassino non ha visto solo il concetto di “sostanza”. Il confronto, sia con gli studenti che con i professionisti, si è allargato verso tutte le forme di abuso e di dipendenza, tutti quei comportamenti che diventano problematici. Con il gioco d’azzardo, ad esempio, che è diventato una vera e propria emergenza.
“In alcuni casi, – spiega il professor Francesco Fornai docente di Anatomia dell’Università di Pisa e Responsabile dell’Unità di Neurobiologia e dei Disturbi del Movimento del Neuromed e promotore dell’evento – i sintomi neurologici e i comportamenti ossessivo-compulsivi che osserviamo in una persona che ha sviluppato una dipendenza non si distinguono da quelli riscontrabili in un individuo affetto da malattie neuropsichiatriche indipendenti dall’abuso. Questo aspetto sottolinea ulteriormente quanto il fenomeno dell’abuso e della dipendenza siano integrati nel funzionamento, sia normale che patologico, del cervello, nella sua struttura e nella sua biochimica, nei movimenti che esso produce e nei comportamenti che induce nell’essere umano.”
Ma le similitudini tra dipendenza e alcune patologie neuropsichiatriche non si fermano ai sintomi. Appaiono, infatti, meccanismi comuni, ad esempio tra i danni cerebrali causati dalla malattia di Parkinson e quelli derivanti dall’abuso di sostanze. Questo aspetto è stato approfondito durante lettura magistrale del convegno, tenuta dalla professoressa Rosario Moratalla Villalba, responsabile del Dipartimento di Neurobiologia funzionale e dei sistemi Istituto Cajal di Madrid. Moratalla ha concentrato il suo intervento sulla metanfetamina. “Abbiamo osservato – spiega la professoressa – che questa sostanza provoca danni ai neuroni dopaminergici, gli stessi la cui degenerazione è implicata nel Parkinson. La droga esercita danni iniziali sulle terminazioni nervose, e anche in questo caso il recupero è lento e non completo. Ma con l’uso prolungato la droga arriva a colpisce l’intera cellula, e il danno diventa irrecuperabile”.
Con la partecipazione di centinaia di studenti e decine di professionisti del settore della salute, il meeting di Cassino ha aperto una strada nuova per la prevenzione e il trattamento di tutte le dipendenze, fenomeni che stanno colpendo pesantemente le persone, le famiglie e la società intera. Capire meglio i meccanismi, e soprattutto le similitudini tra le varie forme di dipendenza, metterà a disposizione nuove armi non solo nelle mani degli operatori, ma anche dei giovani e degli adulti, per scelte e comportamenti che siano realmente responsabili e basati sulla corretta valutazione.