Sono cinque i fattori alla base di una notevole percentuale del rischio cardiovascolare. E si tratta di elementi sui quali è possibile intervenire in modo efficace, soprattutto tramite gli stili di vita.
Sono i risultati di una ricerca condotta su scala mondiale dal Global Cardiovascular Risk Consortium, coordinato dallo University Heart & Vascular Center del Medical Center Hamburg-Eppendorf (UKE) e dal German Center for Cardiovascular Research (DZHK), al quale contribuisce anche il Progetto Moli-sani del Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione dell’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli (IS).
Tra i firmatari di questo lavoro scientifico, pubblicato sulla rivista New England Journal of Medicine, figurano il professor Giovanni de Gaetano, Presidente del Neuromed, e la Professoressa Licia Iacoviello, Direttore del Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione Neuromed e professore ordinario di Igiene all’Università dell’Insubria di Varese e Como.
Lo studio ha investigato l’impatto di cinque fattori di rischio modificabili: indice di massa corporea, pressione sanguigna sistolica, colesterolo non-HDL, fumo e diabete, valutati in relazione con le malattie cardiovascolari e la mortalità generale.
L’analisi, che ha utilizzato dati provenienti da 112 coorti di studio di 34 paesi e otto regioni geografiche, ha rivelato dati preoccupanti. È emerso che a livello globale, il 57,2% dei casi di malattie cardiovascolari nelle donne e il 52,6% negli uomini, oltre al 22,2% dei decessi nelle donne e il 19,1% negli uomini, possono essere imputati a questi cinque fattori di rischio modificabili, con la pressione sistolica che rappresenta l’elemento più importante. Sono dati che mettono in evidenza l’urgente necessità di interventi di prevenzione mirati per affrontare e ridurre questi rischi.
“Dai risultati di questo studio – dice Licia Iacoviello- emerge chiaramente che più della metà degli eventi legati alle malattie cardiovascolari sono spiegati da fattori di rischio che possono essere affrontati. Soprattutto, possono essere prevenuti con i corretti stili di vita. L’indagine sottolinea l’importanza per i sistemi sanitari di adattare azioni preventive urgenti e incisive. Ma sottolinea anche quanto possano fare i cittadini, e i loro medici curanti, nel pianificare strategie fatte di sani stili di vita e corretta alimentazione”.
L’impegno del Progetto Moli-sani in questa ricerca di portata mondiale – commenta Giovanni de Gaetano – riflette la dedizione costante del Neuromed verso la prevenzione. Il progetto Moli-sani rimane protagonista di un impegno globale verso una prevenzione fatta di informazione, consapevolezza e scelte corrette che possono essere adottate dai cittadini. Si tratta di una linea di studio fondamentale, non solo per i singoli cittadini, che potranno vivere più a lungo e più in buona salute, ma anche per i Sistemi Sanitari Nazionali, che potranno vedere una riduzione del peso di patologie, come quelle cardiovascolari, che incidono profondamente sulle strutture sanitarie e ospedaliere”.
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Magnussen C. et al., Global Impact of Modifiable Risk Factors on Cardiovascular Disease and Mortality, New England Journal of Medicine, 2023.
DOI: http://doi.org/10.1056/NEJMoa2206916.
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Lo studio Moli-sani
Partito nel marzo 2005, ha coinvolto circa 25.000 cittadini, residenti in Molise, per conoscere i fattori ambientali e genetici alla base delle malattie cardiovascolari e dei tumori. Lo studio Moli-sani, oggi basato presso l’IRCCS Neuromed, ha trasformato un’intera Regione italiana in un grande laboratorio scientifico.