Ogni paziente è diverso da un altro, con le sue caratteristiche individuali, i molti aspetti della sua malattia, il modo in cui il suo organismo reagisce alla patologia e alle cure. Ecco perché la medicina personalizzata sta diventando la nuova frontiera. Nell’I.R.C.C.S. Neuromed questo vale anche per gli esami diagnostici, grazie alla nuova PET-TC appena installata nella Sezione di Medicina Nucleare dell’Unità di Neuroradiologia Diagnostica e Terapeutica.
Il nuovo apparecchio PET-TC (sigla che indica la combinazione di due esami: tomografia a emissione di positroni e TAC), impiega una serie di tecnologie di avanguardia che, nel complesso, portano a una più alta precisione delle immagini e una minore esposizione alle radiazioni per il paziente, il tutto con una maggiore rapidità di esecuzione dell’esame. I punti di forza che permettono questi risultati sono sostanzialmente due: l’elevata sensibilità dei rivelatori e l’impiego dell’intelligenza artificiale per l’elaborazione dei segnali rilevati.
“In termini clinici – dice il dottor Gabriele Ciccariello, della Medicina Nucleare Neuromed – il principale vantaggio che otteniamo con la nuova apparecchiatura è il miglioramento della risoluzione spaziale e del contrasto delle immagini, che permette di diagnosticare lesioni più piccole. Significa individuare meglio, e più precocemente, i problemi, in modo da dare agli specialisti maggiori opzioni di trattamento. A questo si aggiungono un contenimento dell’esposizione alle radiazioni per il paziente e una riduzione dei tempi di scansione”.
“Oltre ai vantaggi in termini di accuratezza delle indagini e sicurezza per i pazienti – aggiunge il dottor Marcello Bartolo, Direttore dell’Unità di Neuroradiologia Diagnostica e Terapeutica – questo nuovo strumento ci permetterà di accorciare ulteriormente le liste di attesa della nostra unità che, con un tempo di 7, massimo 10 giorni, sono già a livelli che definirei eccezionali. Facciamo l’esempio delle patologie tumorali: qui il fattore tempo in un esame PET-TC è fondamentale per monitorare l’evoluzione della patologia e l’efficacia dei trattamenti. Grazie al nuovo apparecchio potremo ora offrire esami in tempi ancora più veloci”.
“Innovazione – commenta l’ingegner Fabio Sebastiano, Consigliere delegato alla ricerca del Neuromed – non significa semplicemente acquisire strumenti sempre più avanzati. Significa integrarli in un ambiente professionalmente e umanamente rivolto con costanza allo sviluppo scientifico e tecnologico. È questa fusione tra le macchine e il lavoro dei professionisti il vero punto di forza”.